Scilla è un romantico e pittoresco borgo di pescatori. Secondo la mitologia è il luogo in cui l’omonimo mostro marino dell’Odissea di Omero divorò ben sei dei compagni di Ulisse. Il borgo è soprattutto Chianalea, il pittoresco quartiere dei pescatori, le cui case sono state praticamente costruite sull’acqua ad incantare chiunque lo visiti.
La mitica Scilla località famosa fin dall’antichità, borgo di circa 5000 abitanti, della città metropolitana di Reggio Calabria, rinomato centro turistico balneare tra i più famosi della costa tirrenica italiana, sorge all’imboccatura nord dello Stretto di Messina, il suo castello Ruffo posto su un promontorio roccioso proteso sul mare era la sentinella all’ingresso dello stretto.
Si fa risalire la fondazione di Scilla al V secolo a.c. nata come fortificazione dei pirati Tirreni che effettuavano scorrerie contro Reggio e controllavano tutta la zona dello stretto. Sconfitti i pirati da Anassilao tiranno di Reggio, Scilla assunse una grossa importanza come avamposto militare e la sua fortificazione venne ampliata. Anche in epoca romana l’importanza di Scilla come città fortezza fu fondamentale nelle varie guerre, la sua posizione strategica all’ingresso dello stretto fu determinante nella sconfitta dei Cartaginesi prima e di Pompeo contro i Triumveri dopo.
Nei secoli successivi l’importanza strategica di Scilla decadde perché fuori dai percorsi terrestri utilizzati per le scorrerie militaresche dei Barbari alla caduta dell’impero romano ma l’importanza come centro marittimo locale rimase.
Secondo la mitologia greca, Scilla era una bellissima ninfa marina che si innamoro di Glauco semidio figlio di Poseidone, dio del mare. Fu conteso anche dalla maga Circe che per eliminare la rivale decise di trasformarla in un mostro con sei teste di cane. Scilla per la vergogna si rifugiò in mare sotto la rupe del borgo, da li covò odio e rancore sia per la maga sia per il mondo attaccando e dilaniando i naviganti che le passavano vicino.
Questa famosa e mitica leggenda associa Scilla a Cariddi in Sicilia, descritta nell’Odissea di Omero, la vicenda mitologica racconta della presenza di due mostri posti sulle due sponde dello stretto, in Sicilia Cariddi colei che risucchia in Calabria Scilla colei che dilania.
Nella realtà le difficoltà di navigazione nello stretto per gli antichi naviganti, rappresentate da grandi gorghi provocati dalle forti correnti sulla sponda siciliana e dalla presenza di scogli e rocce appuntite verso cui spingono le forti correnti sulla sponda calabrese, sono state all’origine di queste leggende.
Scilla per la sua caratteristica rupe e per il pittoresco sviluppo dei suoi quartieri sia sulla costa sia in collina rappresenta la perla del nostro itinerario ed è il terzo borgo del “trittico” dei paesi costieri posti lungo il nostro itinerario.